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  • Writer's pictureClaudio Porcellana

Una malattia affascinante: la gommosi

Per un appassionato di natura e di fotografia, il lockdown dovuto alla pandemia è un

limite, ma costituisce al tempo stesso uno stimolo a superare i limiti esplorando nuovi

aspetti che finora erano rimasti marginali, come ad esempio gli animali o gli oggetti

molto piccoli e la fotografia macro.


Avendo un giardino e un po' di tempo libero (lavoro in casa dal 2000, quindi so già da

tempo cos'è lo smart-working) mi sono dedicato a esplorare e studiare i meandri più

piccoli del giardino di casa.


Uno dei primi soggetti in cui mi sono imbattuto, sul tronco del ciliegio, sono bolle

traslucide piene di un fluido appiccicoso e viscoso, con dimensioni che vanno da un

pisello a una noce.


Esse sono espressione di una malattia chiamata gommosi che è dovuta alla sofferenza

della pianta: forse perché vecchia, oppure perché troppo vicina a un noce, o per ragioni

di carenza d'acqua, non so; fatto sta che al confine fra il tronco e le prime due

diramazioni, queste bolle appaiono e scompaiono una dietro l'altra e giorno dopo

giorno.


Dopo qualche tempo dalla comparsa (o per azione del sottoscritto) la sottile parete

traslucida cede e la bolla si sgonfia mentre la resina contenuta scivola sul tronco o cade

direttamente in terra emettendo un sonoro "plop"


Gli aspetti affascinanti di queste bolle sono molteplici, perché non solo il colore della

resina e della relativa colata, varia dall'oro al rosso rubino, ma anche l'aspetto interno ed esterno cambia a seconda del contenuto, della luce solare incidente, e del riflesso delle

foglie o di altri rami.


Nella foto che segue, il contenuto resinoso uscendo e colando sul tronco si è mescolato

con parti floreali del ciliegio stesso e chissà cos'altro, producendo questo effetto

caleidoscopico




La parte inferiore della stessa foto, croppata, rivela un forziere pieno di palline d'oro...

E per gli appassionati di pareidolia c'è da divertirsi con queste colate!



Qui una bolla molto piccola che ricorda un rubino...




E qui un'altra bolla che ricorda un calice di vino rosso... o un grumo di sangue per gli

amanti dell'horror




Come ho detto prima, molto della bellezza della bolla dipende dall'angolazione della

luce incidente.


Ecco dunque come si trasforma un'informe bolla giallastra tipo questa...



Se fotografata contro sole... sembra una lampadina accesa!



Ed ecco la stessa bolla, semiaperta, con una piccola colata in cui si riflette il verde di una

foglia...




Concludo una serie di colate, perché le bolle non sono stabili: inizialmente sono solide, ma poi si rammolliscono finché non si aprono e colano


Nota: le varianti di forma e colore sono dovute ai fattori indicati prima e anche all'apertura e al punto di messa a fuoco, quindi è importante sperimentare e cambiare punti di ripresa







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